Non una di meno: noi siamo per la non violenza.

In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, presso il Teatro Remondini, il 24/11/2023 si è svolto l’incontro NOI SCEGLIAMO LA NON VIOLENZA, a cui hanno partecipato tutte le classi Quarte della sede di Bassano.

Reso ancora più drammaticamente attuale dall’ultimo episodio di femminicidio che ha visto vittima Giulia Cecchettin, l’evento ha avuto come ospite d’onore il neoprefetto di Padova, dott. Francesco Messina, insieme al vicesindaco della Città di Bassano e alla DS dell’IIs Remondini, prof.ssa Anna Segalla, organizzatrice dell’incontro.

È stata l’occasione per ricordare le 107 donne che dall’inizio dell’anno sono state vittime di femminicidio e invitare i giovani ad una presa di coscienza per imparare a vivere e convivere, a rispettare ogni individuo in quanto tale, al di là delle differenze di genere.

Il Prefetto di Padova, ex Direttore centrale della sezione anticrimine della Polizia di Stato, intervistato  dal giornalista di TVA Vicenza, Emanuele Borsato, ha definito la nostra una realtà avanzata, economicamente trainante e con un buon grado di senso civico. Tuttavia, nella sua analisi non ha potuto non partire dal caso di Giulia e Filippo e dall’eccesso di dettagli mediatici che lo ha accompagnato.

Pur non configurandosi nel Codice penale il reato specifico di femminicidio, ma solo quello di omicidio in generale, purtroppo quest’atto estremo esiste e rappresenta spesso il culmine di un ciclo di violenze;  il femminicida vive l’atto finale come liberatorio.

Ma come interrompere questo ciclo, i cui segnali iniziali possono essere anche penalmente non rilevanti? All’origine c’è sempre una situazione di sofferenza del rapporto e di fragilità del ragazzo, di cui frequentemente la compagna si fa carico, come è accaduto per Giulia.

Per aiutare la vittima, è dunque necessario agire sul maltrattante per recuperarlo, perché non è malato, ma è difficile che da solo possa uscire da questa spirale. 
Da un punto di vista culturale, è indispensabile raggiungere la parità di genere, superando gli stereotipi della nostra cultura che vedono la donna sottoposta al maschio. 
Infine, è importante creare una rete in grado di intervenire: rivolgersi a un insegnante o a centri antiviolenza può diventare la scelta che salva la vita. Spazio Donna a Bassano, ad esempio,  ha assistito in questi ultimi giorni a un incremento di richieste di aiuto, chiaro effetto di quanto accaduto.

Il Prefetto ha proseguito sostenendo che l’onda emotiva seguita a quest’ultimo episodio non deve togliere lucidità. Il ciclo di violenze va interrotto agendo il prima possibile con la prevenzione, per esempio intimando agli stalker di cessare il comportamento persecutorio; facendo capire al maltrattante che ha bisogno di aiuto e facendolo controllare dalla polizia;  mettendo in sicurezza la vittima.
È importante che chi coglie una situazione di possibile violenza segnali l’accaduto.
Da questo punto di vista, l’aumento di chiamate ai centri d’aiuto, secondo il dott. Messina, costituisce un elemento positivo.
Alla domanda di uno studente sul perché ci siano ancora femminicidi nonostante la rete di supporto già esistente a tutela della donna, il prefetto ha risposto che   
purtroppo la cultura maschilista è ancora presente e ci vorrà del tempo per sradicare gli stereotipi.

Un segnale positivo è stato comunque la capacità di far emergere il fenomeno e la sensibilizzazione che ne è seguita forse rappresenta veramente una novità e un importante primo passo verso un atteggiamento di reale rispetto nei confronti della donna e del suo diritto ad essere libera.

L’incontro ha sicuramente lasciato nei ragazzi molti spunti su cui riflettere e discutere, per prendere coscienza del proprio essere uomini. Possibilmente uomini migliori.

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